giovedì 23 luglio 2015

La partenza -Capitolo 1-

"Una storia da riscrivere"

( La pagina258 )

Ho atteso che facesse buio e quando all’ orizzonte il cielo si striò d’un rosso pallido, m’incamminai.
Attesi d’essere lontano prima di voltarmi indietro. Avevo lasciato lì tutta la mia vita; mia moglie i miei figli , i ricordi ed i progetti.
Mi fermai qualche secondo lì , sulla sommità della collina. Vedevo distintamente quelle quattro mura ornate di molte finestre, ancora illuminate, giacchè i balconi, come al solito, nessuno li aveva chiusi ancora.
Il camino fumante, il tetto stretto ed il piccolo giardino…Ora li guardavo da distante.
Forse ancora non si erano chiesti dove fossi. In realtà non avevo biasimo per loro, se così era, poichè le mie assenze erano frequenti e l’abitudine a non vedermi non poteva certo contribuire alla percezione della mia mancanza.
Avevo lasciato indietro lei ed i miei figli ed ero partito, carico d’un fardello di vita intensa, senza dar importanza ai pochi stracci , raggomitolati in fretta dentro allo zaino colmo.
Non avrei mai creduto che ci saremmo distaccati gli uni dagli altri, ma ormai era fatta e mai, in vita, avevo fatto un passo indietro.
Alzai la testa, guardai l’orizzonte e proseguii, per la mia strada.
La luce della luna e i lumi delle stelle infastidivano i miei occhi lucidi, pregni di lacrime ancora non piante.
Chissà da cosa stavo fuggendo? Certo, la verità materiale la conoscevo, ma ancora non mi capacitavo di quanto stesse accadendo.
Avevo lasciato sotto il cuscino del lettone, una lettera scritta a macchina. Sapevo scrivere, conoscevo le parole e le mettevo in fila rapidamente, ma non sarei stato capace di lasciare uno scritto olografo, avrei inumidito il foglio , del dolore che sgorgava dal viso e sicuramente sarebbe stato difficile interpretare i pensieri buttati giu‘ con mano tremolante.
„ Perdonatemi , non ce l’ho fatta. Sono stroppo orgoglioso per vivere di perdoni non veri e di ansie provocate da una memoria sempre viva e logorante.
Figli miei, non giudicatemi , un giorno forse capirete e se non potrete perdonarmi, almeno avrete modo di ragionare su cosa io ora, per voi, stessi provando.
Moglie mia, amata sin dal primo giorno, non ti crucciare, io lo so che tu vali e saprai vivere senza di me. Non sono i fatti insulsi della vita, che cambiano la stima verso chi si ama.
Ho vissuto con te i momenti piu‘ belli, come bella sei tu e non ho saputo salvaguardarli sino in fondo, così come tu stessa non hai saputo.
Loro, voi figli miei, non avete colpe ma solo il merito d’essere una parte buona di me che vive. Vi ho lasciato quanto basta per vivere e costruire, spero tanto che possa bastare, perchè di piu‘ non sono riuscito. Ho lasciato tutto ciò che ho saputo guadagnare e vi giuro che ho sudato ogni giorno, per quel poco che ora è vostro.
Non lo so dove andrò, cosà farò; non ho idee ora.
A dire il vero non so nemmeno se continuerò a…

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